COME OTTENERE UNA VERA RESISTENZA DA UN CEPPO NON RESISTENTE
La capacità di resistere ad un parassita è determinata da una serie di comportamenti ed attitudini che sono già presenti nelle api, si tratta solo di “distillare” poco alla volta certi comportamenti in modo che siano rivolti contro i parassiti.
L’intolleranza contro certe forme, movimenti, odori, feromoni, sapori e colori variano da ape ad ape anche se queste provengono dalla stessa famiglia e quindi ogni ape risponderà in modo leggermente diverso ad uno stimolo rispetto ad un’altra, noi non dovremo fare altro che saper scegliere i comportamenti giusti manifestati dalle api giuste e questo lo faremo per via indiretta analizzando i risultati ed i comportamenti che la famiglia manifesterà nel suo insieme.
Detto questo, per iniziare il lavoro ricaveremo un certo numero di regine da un ceppo X non resistente alla varroa, le metteremo in prova in altrettanti nuclei schedati e numerati preoccupandoci di osservare le loro famiglie ogni 15 giorni visitandone tutti i favi. Le alleveremo in questo modo fino a quando non si presenteranno i primi segni dell’infestazione del parassita. Le più precoci in questo genere di decadenza saranno escluse dalla selezione e trattate per un tipo di apicoltura convenzionale, mentre fra le rimanenti cercheremo di individuare quelle che conserveranno una sanità ed un minor numero di parassiti più a lungo.
Non importa se alla fine della prima stagione non avrete neanche una regina resistente, direi che sarà così quasi sicuramente, ma l’importante è che siate riusciti ad individuare le regine che hanno conferito maggior resistenza e vigoria alle loro famiglie nonostante il parassita. Le loro colonie potranno anche esaurirsi, ma voi avrete individuato comunque la regina o le regine più resistenti e potrete trasferirle in un altro nucleo di api relativamente pulite, per farle vivere fino all’anno successivo in modo da ricavarne un’altra serie di regine discendenti da rimettere in prova nell’anno successivo, così selezionerete sempre il meglio dalle migliori regine dell’anno precedente.
Procedendo in questo modo, se la capacità di osservazione del selezionatore sarà buona, vedrete che in ogni nuova stagione avrete ricavato qualche soggetto migliore della madre dell’anno precedente. Ricordatevi sempre di lavorare in un ambiente relativamente protetto dall’influenza di altri apiari e quando avrete ottenuto i primi soggetti resistenti alla varroa ed alle principali patologie potrete passare alle fecondazioni controllate come ho descritto in precedenza.
Questo è lo stadio in cui mi sono trovato a partire dal 2008 e con 2 successivi accoppiamenti mirati sono passato ad innalzare la percentuale di soggetti resistenti ed a migliorare tale resistenza all’interno di ogni tale famiglia. L’operazione sarà ripetuta negli anni successivi e tutto questo fa pensare che nei prossimi anni la percentuale di famiglie resistenti si innalzerà ulteriormente, man mano che i caratteri genetici necessari passeranno dallo stato di eterozigosi a quello di omozigosi, cioè quando saranno presenti su entrambi i cromosomi.
La capacità di resistere ad un parassita è determinata da una serie di comportamenti ed attitudini che sono già presenti nelle api, si tratta solo di “distillare” poco alla volta certi comportamenti in modo che siano rivolti contro i parassiti.
L’intolleranza contro certe forme, movimenti, odori, feromoni, sapori e colori variano da ape ad ape anche se queste provengono dalla stessa famiglia e quindi ogni ape risponderà in modo leggermente diverso ad uno stimolo rispetto ad un’altra, noi non dovremo fare altro che saper scegliere i comportamenti giusti manifestati dalle api giuste e questo lo faremo per via indiretta analizzando i risultati ed i comportamenti che la famiglia manifesterà nel suo insieme.
Detto questo, per iniziare il lavoro ricaveremo un certo numero di regine da un ceppo X non resistente alla varroa, le metteremo in prova in altrettanti nuclei schedati e numerati preoccupandoci di osservare le loro famiglie ogni 15 giorni visitandone tutti i favi. Le alleveremo in questo modo fino a quando non si presenteranno i primi segni dell’infestazione del parassita. Le più precoci in questo genere di decadenza saranno escluse dalla selezione e trattate per un tipo di apicoltura convenzionale, mentre fra le rimanenti cercheremo di individuare quelle che conserveranno una sanità ed un minor numero di parassiti più a lungo.
Non importa se alla fine della prima stagione non avrete neanche una regina resistente, direi che sarà così quasi sicuramente, ma l’importante è che siate riusciti ad individuare le regine che hanno conferito maggior resistenza e vigoria alle loro famiglie nonostante il parassita. Le loro colonie potranno anche esaurirsi, ma voi avrete individuato comunque la regina o le regine più resistenti e potrete trasferirle in un altro nucleo di api relativamente pulite, per farle vivere fino all’anno successivo in modo da ricavarne un’altra serie di regine discendenti da rimettere in prova nell’anno successivo, così selezionerete sempre il meglio dalle migliori regine dell’anno precedente.
Procedendo in questo modo, se la capacità di osservazione del selezionatore sarà buona, vedrete che in ogni nuova stagione avrete ricavato qualche soggetto migliore della madre dell’anno precedente. Ricordatevi sempre di lavorare in un ambiente relativamente protetto dall’influenza di altri apiari e quando avrete ottenuto i primi soggetti resistenti alla varroa ed alle principali patologie potrete passare alle fecondazioni controllate come ho descritto in precedenza.
Questo è lo stadio in cui mi sono trovato a partire dal 2008 e con 2 successivi accoppiamenti mirati sono passato ad innalzare la percentuale di soggetti resistenti ed a migliorare tale resistenza all’interno di ogni tale famiglia. L’operazione sarà ripetuta negli anni successivi e tutto questo fa pensare che nei prossimi anni la percentuale di famiglie resistenti si innalzerà ulteriormente, man mano che i caratteri genetici necessari passeranno dallo stato di eterozigosi a quello di omozigosi, cioè quando saranno presenti su entrambi i cromosomi.