IL METODO DI SELEZIONE
La situazione riguardante la sopravvivenza dell’ape mellifica è grave e questo è dovuto non tanto all’impossibilità di trovare una soluzione ai problemi specifici dovuti a patologie varie e parassiti, quanto alla carenza o assenza di una preparazione scientifica adeguata da parte di molti selezionatori di regine.
L’ape mellifica è un animale selvatico e lo sarà sempre anche se si presta all’allevamento, e come tale ha necessità di essere sottoposta ad un processo di selezione naturale come avviene per tutte le specie selvatiche vegetali ed animali.
La situazione riguardante la sopravvivenza dell’ape mellifica è grave e questo è dovuto non tanto all’impossibilità di trovare una soluzione ai problemi specifici dovuti a patologie varie e parassiti, quanto alla carenza o assenza di una preparazione scientifica adeguata da parte di molti selezionatori di regine.
L’ape mellifica è un animale selvatico e lo sarà sempre anche se si presta all’allevamento, e come tale ha necessità di essere sottoposta ad un processo di selezione naturale come avviene per tutte le specie selvatiche vegetali ed animali.
La carenza di un processo selettivo drastico indirizzato a scegliere gli individui più forti e resistenti, porta nel tempo ad un indebolimento di tutta la specie, processo tra l’altro poco arginabile per il rituale di accoppiamento dell’ape che avviene in volo, dove fuchi discendenti da famiglie geneticamente deboli possono trasmettere alla discendenza le loro tare conservate da un processo selettivo errato.
Questo fatto a mio avviso costituisce il principale elemento che mette a rischio di estinzione l’ape mellifica con tutte le sue varie razze.
Purtroppo al giorno d’oggi la maggior parte del materiale genetico disponibile è stato selezionato dall’uomo, possiamo dire che l’ape allo stato selvatico non esiste più per la carenza di alberi secolari che possono avere cavità utilizzabili dalle stesse api e per l’inquinamento genetico subito dai ceppi selezionati dall’uomo.
La mentalità che spinge l’allevatore a trovare “la medicina” o la pratica giusta per affrontare i vari problemi causati da patologie e parassiti non ha permesso di effettuare il giusto lavoro di selezione che deve essere svolto a ricalco di tutti quei processi di eliminazione naturale dei soggetti deboli.
Le pratiche di sostegno e salvaguardia delle api con mezzi chimici o biologici sono giustificabili per tutti gli apiari da produzione, ma gli apiari che sono destinati a selezionare regine fattrici destinate alla produzione di regine da produzione, non devono essere trattati in alcun modo per l’eliminazione dei parassiti e delle varie patologie, anzi, in tali apiari è favorevole l’uso di materiale infetto e vetusto proveniente da famiglie già ammalate in precedenza.
Direi che l’unico materiale che forse si può eliminare sono i soli favi contenenti covata morta di peste americana, ma i favi contenenti solo miele provenienti dalle stesse famiglie appestate possono essere conservati per la selezione.
L’apiario da selezione deve avere un certo quantitativo di spore di funghi e batteri per servire allo scopo.
Per quanto riguarda la selezione della resistenza alla varroa, virosi, od altri eventuali parassiti, le famiglie poste in osservazione non devono essere ripulite dai parassiti in alcun modo e devono essere costantemente monitorate con una cadenza quindicinale, per questo ogni alveare deve essere registrato ed ogni osservazione deve essere trascritta in una scheda specifica.
Questo fatto a mio avviso costituisce il principale elemento che mette a rischio di estinzione l’ape mellifica con tutte le sue varie razze.
Purtroppo al giorno d’oggi la maggior parte del materiale genetico disponibile è stato selezionato dall’uomo, possiamo dire che l’ape allo stato selvatico non esiste più per la carenza di alberi secolari che possono avere cavità utilizzabili dalle stesse api e per l’inquinamento genetico subito dai ceppi selezionati dall’uomo.
La mentalità che spinge l’allevatore a trovare “la medicina” o la pratica giusta per affrontare i vari problemi causati da patologie e parassiti non ha permesso di effettuare il giusto lavoro di selezione che deve essere svolto a ricalco di tutti quei processi di eliminazione naturale dei soggetti deboli.
Le pratiche di sostegno e salvaguardia delle api con mezzi chimici o biologici sono giustificabili per tutti gli apiari da produzione, ma gli apiari che sono destinati a selezionare regine fattrici destinate alla produzione di regine da produzione, non devono essere trattati in alcun modo per l’eliminazione dei parassiti e delle varie patologie, anzi, in tali apiari è favorevole l’uso di materiale infetto e vetusto proveniente da famiglie già ammalate in precedenza.
Direi che l’unico materiale che forse si può eliminare sono i soli favi contenenti covata morta di peste americana, ma i favi contenenti solo miele provenienti dalle stesse famiglie appestate possono essere conservati per la selezione.
L’apiario da selezione deve avere un certo quantitativo di spore di funghi e batteri per servire allo scopo.
Per quanto riguarda la selezione della resistenza alla varroa, virosi, od altri eventuali parassiti, le famiglie poste in osservazione non devono essere ripulite dai parassiti in alcun modo e devono essere costantemente monitorate con una cadenza quindicinale, per questo ogni alveare deve essere registrato ed ogni osservazione deve essere trascritta in una scheda specifica.